mercoledì 28 aprile 2010

DARSHAN con SRI SWAMI VISHWANANDA


La parola 'Darshan' deriva dalla radice sanscrita "drsh", che significa 'vedere' o 'dare uno sguardo a'. Questa parola può essere usata per indicare il “vedere” una divinità in un tempio, un maestro spirituale o una persona venerata.
Durante il "Darshan", Swami Vishwananda di solito intona dei canti devozionali a Dio. A volte può anche fare un discorso o guidare una meditazione. Dopodiché tutti possono avvicinarsi a lui per ricevere la sua benedizione. La benedizione può essere ricevuta stando in ginocchio o in piedi davanti a Swami Vishwananda. Mentre lui dà la benedizione si cantano canti spirituali e devozionali, e tutti sono invitati a partecipare al coro o a meditare.



"Nel dare il Darshan io tocco le persone sulla fronte e dietro la testa. Premendo contemporaneamente la mano sul midollo allungato, nella parte posteriore della testa, e sul Ajna Chakra sulla fronte (chiamato anche terzo occhio), l’energia vitale di Dio che sostiene il nostro corpo e fluisce in ciascuno, viene concentrata e inviata al cuore. Questa energia fa vibrare il cuore più forte e aiuta ad aprirlo. Può anche essere inviata ad altre parti del corpo dove c’è una mancanza di energia. È importante comprendere che l'amore che può essere sentito durante il Darshan è l'amore del Sé interiore, ovvero della propria Anima divina.
Ricevere il Darshan o la benedizione da un Maestro è un aiuto, ma non conduce all’illuminazione; non dispensa dalla meditazione quotidiana, dall'introspezione o da altre pratiche spirituali. Tuttavia, il Darshan e la tranquilla atmosfera creata dal canto dei nomi divini può essere un importante sostegno nel percorso spirituale.
Il mio lavoro è quello di aprire il cuore e far sì che le persone si rendano conto che possiedono un amore infinito in sé stesse - e che è molto facile offrire questo amore incondizionato a coloro che gli stanno vicino".
Swami Vishwananda



Ci sono alcune regole formali per partecipare:
• Tutti dovrebbero partecipare al Darshan vestiti in modo conveniente. (ad esempio non con pantaloni corti, gonne corte, o vestiti scollati)

• I bambini sono i benvenuti. I loro genitori o tutori sono invitati ad assicurarsi che non disturbino il programma.

• Foto, video e registrazioni audio sono consentite soltanto alle persone autorizzate.
• I genitori con bambini piccoli, le persone anziane e i disabili, coloro che potrebbero aver bisogno di aiuto, possono ricevere la benedizione senza fare la fila.
• Il Darshan con Swami Vishwananda è sempre gratuito. Sono gradite le offerte.



Il canto

Il canto dei Bhajans e la recitazione dei Mantras e delle Stotras è una delle più antiche forme di adorazione del Divino e , per molte persone, uno dei modi più semplici e piacevoli di avvicinarsi a Lui e risvegliare nel proprio cuore la gioia e l’amore. Questa attività non è esclusiva di un sentiero spirituale particolare, dato che praticamente qualsiasi sentiero include il canto come elemento centrale.

Nelle antiche Scritture Hindu, il canto dei nomi di Dio è descritto come uno dei nove modi per esprimere o sperimentare l’amore per il divino ed è chiamato ‘ Kirthana Bhakti ‘ (devozione attraverso il canto dei nomi di Dio). Attraverso questo canto, ognuno può sperimentare la completa quiete mentale o, almeno, l’interruzione dei pensieri e delle preoccupazioni quotidiane.
Ma perché cantare ha su di noi effetti così positivi? Gli Hindu credono nell’onnipresente e onnipervadente suono ‘OM’, il suono della creazione e manifestazione ( nella Bibbia è detto: “In principio era il Verbo”, cioè la vibrazione cosmica) attraverso la quale tutto venne in esistenza e che è presente in ogni piccola cellula, ogni atomo…

La mitologia Hindu dice che fu il Signore Shiva a sviluppare la musica e la danza e che la donò a sua moglie e a tutti gli dei e semidei. Tutti gli abitanti del cielo si rallegrarono e bevvero la bellezza di cantare l’altissima gloria del Signore e di danzare per Lui.

Una volta Narada, il messaggero del Signore Vishnu, si recò sulla terra, per vedere cosa stava facendo il genere umano e come andavano le cose laggiù. Si preoccupò molto quando si accorse che gli esseri umani non sembravano gioire della loro vita come gli abitanti del cielo; piuttosto sembrava che la trascorressero nell’oscurità, nella paura e nella disperazione.
Preoccupato, Naradmuni chiese aiuto a suo padre, Brahmaji. Gli disse: “ Venerabile Padre, temo che l’umanità abbia perso la strada. Sembra che le Sacre Scritture non siano di alcuna utilità per loro. Le penitenze, i sacrifici e le pujas, come prescritte nei Vedas , sembrano troppo difficili. Ti prego, abbi pietà di loro e salvali! “.
Brahmaji meditò per un tempo molto lungo e, quando ebbe finito la sua meditazione, parlò così a Naradmuni: “ Narada, l’unico modo di salvare l’umanità e ricondurla al suo Creatore, è quello di trasmetterle l’arte della musica e della danza. Chiamerò questo il quinto Veda e sarà il più facile dei Veda in quanto è destinato a tutti. Tutti, senza distinzione di sesso, nascita, casta o età, potranno partecipare al canto dei nomi di Dio e così, essere guidati di nuovo a Lui “.

Questo mito ci mostra quale parte integrante abbia nelle nostre vite la musica e specialmente l’adorazione di Dio. Tutti coloro che partecipano al canto (anche solo battendo le mani) sentiranno i suoi effetti positivi e gioiosi. Esso ci rende intimamente calmi e tranquilli così come arresta il flusso dei nostri pensieri e ci riempie di contentezza. Mentre cantiamo con gli altri sentiamo che siamo parte di qualcosa, co-creatori di un’atmosfera piena di pace, felicità e unità.
Il canto ci offre anche un’attitudine tanto più positiva, quanto più la nostra mente si riempie dei nomi di Dio e dei suoi attributi, mentre i pensieri che non ci sono di aiuto gradualmente si dissolvono.

Cantare ha anche numerosi benefici fisici e possiamo considerarne almeno qualcuno. Favorisce una naturale respirazione addominale (non solo toracica), così rallenta il battito cardiaco e si abbassa la pressione sanguigna, il corpo si purifica e ringiovanisce, mentre circola più ossigeno. Un altro effetto è l’accresciuta produzione di ormoni “buoni”, che fanno sentire felici, calmi, in pace e pieni di energie. D’altro canto, diminuisce la produzione dei cosiddetti ormoni dello stress o dell’aggressività.

GAYATRI DEVI

domenica 25 aprile 2010

A Jesolo YAGNA dedicato a GAYATRI DEVI (quarta parte)


Gli effetti del Gayatri Mantra

La via più facile per essere liberati e chiedere veramente la protezione del Divino è chiedere alla Divina Madre di purificare il nostro intelletto, di liberare la nostra mente e di liberarci dalle limitazioni emotive. La Gayatri è un Mantra molto potente che agisce sulla mente. Anche gli scienziati hanno fatto molte ricerche su come il Gayatri Mantra agisce sulla mente. Tutti i Deva esistenti non sono fuori, ma dentro al corpo. Il nostro cervello è diviso in moltissime piccole parti. Ogni divinità è situata in ciascuna parte del cervello. Cantando il Mantra essi si attivano. Il Gayatri Mantra aiuta a calmare la mente e conferisce una migliore concentrazione.
La Gayatri è considerata la “Madre dei Veda” (Veda Mata). E’ la personificazione di tutta la conoscenza. Ella dona continuamente, e così il Suo Mantra è considerato uno dei più potenti. Chiunque canti il Gayatri Mantra riceverà la benedizione della conoscenza, l’intelligenza, la saggezza e l’emancipazione della mente. Ed infine vi darà anche la liberazione (Mukthi).

Liberazione

La Gayatri è un Mantra che libera (Mukthi-Mantra). Potete essere liberati dall’ego, dalla mente e dalle emozioni. Potete essere liberati addirittura dal corpo. Vi sono diversi livelli di liberazione. La liberazione è quando pregate “O Dio ti prego, fa che io possa essere liberato in questa vita”. Dio sa che cosa state chiedendo, ma voi lo sapete? Dicendo “Sì, ho pregato per questa liberazione” probabilmente Egli vi porterà solo ad un certo grado di liberazione, perchè Dio è misericordioso ed vi darà la liberazione che avete chiesto. Ma la liberazione finale avviene senza parole. Quando dite: “Dio, io mi abbandono a Te, Divino mi abbandono a Te”, allora Egli può portarvi al Suo stesso livello di divinità.
Il Gayatri Mantra non solo libera la mente e le emozioni, ma se lo cantate con cuore puro e con amore vi libera completamente.


Come cantare il Gayatri Mantra


Se andate da un insegnante per imparare qualcosa, ma siete così orgogliosi da pensare di saperne di più, cosa potreste fare? Obbedienza significa abbandonare la vostra volontà. Ed è così anche con la Gayatri. Il Suo potere è tale che vi aiuta ad abbandonarvi. Vi aiuta ad abbandonarvi al suono cosmico, il Pranashakti. Più vi dedicate alla Gayatri e più Ella vi rivelerà Se stessa. Non si tratta semplicemente di cantarla, ma come cantarla. Altrimenti siete ancora limitati. Devi Gayatri è puro Amore. Ella è più amorevole dell’amore, più bella della bellezza. Quando cantate il Mantra, sapendo veramente ciò che state cantando, la Sua bellezza vi sarà rivelata.

giovedì 22 aprile 2010

La giornata delle patate

Sabato scorso è stata una giornata particolare qui al centro di Shree Peetha Nilaya: abbiamo celebrato la potatoes' day. Non si tratta di un nuovo rituale aggiunto ai tradizionali qui nell'ashram, bensì si è trattata di una giornata di lavoro collettivo dedicata al nostro orto. La maggior parte dei residenti ha lavorato tutto il giorno al dissodamento del terreno scelto per il nostro orto (incredibilmente pieno di sassi che abbiamo spostato uno ad uno...o almeno ci abbiamo provato), a piantare patate, a preparare il terreno per i futuri ortaggi...




La giornata era particolarmente assolata e calda e questo ha sicuramente contribuito a rendere il lavoro più piacevole. Nonostante il non facile compito ( la sera ci siamo trovati con i solchi nelle mani, le ginocchia blu...ed il viso bruciato dal sole) ci siamo divertiti molto, abbiamo riso, scherzato, chiacchierato e naturalmente anche lavorato!




Ci siamo goduti le meritate pause... con Coca Cola, gelato e naturalmente...patatine...



La sera prima della potatoes' day Guruji ha cucinato per noi una deliziosa cena, che crediamo abbia contribuito molto a sostenerci durante la dura giornata di lavoro nei campi...

martedì 20 aprile 2010

A Jesolo YAGNA dedicato a GAYATRI DEVI (terza parte)



Le singole parole e il significato del Gayatri Mantra

La Gayatri è divisa in tre parti, che rappresentano i tre aspetti del giorno, la Trimurti e la stessa Madre Gayatri: “Om Bhur Bhuvah Svaha | Tat Savitur Varenyam | Bhargo Devasya Dimahi Dhyo Yho Na Prachodayat.”

OM – è la guarigione, il suono cosmico. E’ il solo suono e non c’è altro suono se non l’Om. La Bibbia inizia con: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio. Così la parola “Om” è il principio e anche la fine. Il suono Om è un suono increato, perché tutt’attorno vibra una sola vibrazione. Anche ora mentre parliamo, vibra soltanto la vibrazione dell’Om. Se andate nella profondità di ogni suono e il vostro udito è particolarmente sensibile, realizzerete che tutti i suoni emanano dall’Om e si dissolvono nell’Om. Il Gayatri Mantra inizia come molti Mantra con il suono Om, per indicare la grandezza del Divino e la grandezza del Mantra stesso. Gli Yogi affermano sovente che il suono Om, comunque noi lo cantiamo, viene dal profondo del nostro cuore, dove risiede Dio. Questo suono proviene da questo microcosmo interiore ed è il suono di chi voi realmente siete: l'Atma. In realtà l’Om ha ogni cosa in sé. Si può cantare tutto il Mantra o si può semplicemente cantare Om. Così arriviamo, così andremo e questo è ciò che siamo. Tat Tvam asi.

Bhur – quando avviene la creazione, per essere concreta deve manifestarsi. Ciò denota il piano della Terra, l’esistenza e la materia.

Bhuvah – il piano astrale ma Bhuvah ha anche un’altra traduzione, che significa sofferenza. Con questa parola noi chiediamo alla Madre cosmica di liberarci dalla sofferenza e da tutto il nostro Karma.

Svaha – deriva dalla parola Svarga. Svarga significa Cielo o i gradini più alti che sono uno con il Divino. Questo è ciò che siamo. Possiamo realizzarlo anche stando sulla terra.

Tat - significa Assoluto (Parabrahma).

Savitur – deriva da “savitri”, che significa “sole” o “lo splendore del sole”.
La Gayatri è collegata al sole. Ecco perché si raccomanda di cantarla al mattino, a mezzogiorno e al tramonto. Non si dovrebbe cantarla di notte, perché mentre la si canta si devono poter ricevere le benedizioni del sole (Savitur). E’ collegata con il Dio Sole (Surya Dev) e con la luce che è vicina a quella dell’Assoluto (Parabrahma). Quella luce che i nostri occhi possono vedere e su cui la nostra mente può concentrarsi.
Senza il sole niente potrebbe esistere. Così il sole ha un grande impatto sul nostro Sé, perché porta sempre positività. Ecco perché si dice: se ti alzi durante il Brahma-Muhurtam (dalle tre alle cinque del mattino) e veneri il Sole cantando il Gayatri Mantra, il primo raggio di sole ti porterà ogni fortuna nella vita.

Varenyam – significa “preghiamo l’Uno, che è il meglio di tutto ciò che è perfetto”

Bhargo – significa distruttore dei peccati. Con questa parola preghiamo il Divino, che ha la capacità di distruggere tutti i peccati della vita quotidiana e di liberarci. La parola “bhargo” rimuove tutto il Karma passato, così che possiate essere liberi.

Devasya – significa la compagnia o l’assemblea degli Dei (Devas). Quando tutto il cosiddetto karma, tutti i peccati e le negatività sono state completamente eliminate, che cosa rimane? Il vostro vero Sé. “Devasya” significa che voi siete il vostro vero Sé. Allora siete come i Devas e diventate un liberato in vita (Jivan Mukta)

Dimahi
– Conoscenza. Qui stiamo chiedendo al Divino di darci la conoscenza assoluta che appartiene agli Dei (Devas) e che conduce all’intelletto (dhiyo)

Dhiyo – Intelletto

Yo – Luce

Nah - Nostro

Prachodayat
– Illuminazione. In questa parte del Mantra stiamo parlando al Divino. Stiamo chiedendo “Dacci la saggezza assoluta, così che la nostra mente, il nostro intelletto possano essere purificati, e dacci l’illuminazione”.

lunedì 19 aprile 2010

A Jesolo YAGNA dedicato a GAYATRI DEVI (seconda parte)



Iniziazione al Gayatri Mantra

Il modo tradizionale di dare il Gayatri Mantra è attraverso l’istruzione del Guru (Guru Upadesh). Il Gayatri Mantra è anche chiamato Guru Mantra. In particolare nella tradizione Indù, quando un figlio nasce in una famiglia di Brahmini, il bambino riceve un filo sacro chiamato Janeau. Il fanciullo lo riceve all’età di undici o dodici anni. Allora il Guru canta nelle orecchie del bambino il Gayatri Mantra; questo è l’Upadesh: ricevere la benedizione dei Maestri, così che il fanciullo in seguito possa conoscere a fondo i Veda.


Come Rama fu iniziato al Gayatri Mantra da Vishwamitra



Quando Vishwamitra iniziò Rama, gli disse: “Rama, siediti qui, oggi ti inizierò al potere della Gayatri". Vishwamitra era infatti il Maestro della Gayatri. Quando Lo vide, Vishwamitra già sapeva qual era il compito di Rama sulla terra. Rama, che è molto potente e molto grande, dovette in quel momento passare attraverso questa iniziazione per diventare pienamente se stesso. Così Vishwamitra gli disse: “Rama, siediti qui.” Cosa fece poi? Prese l’acqua dalla sua ciotola (kamandalu) e la versò sulla la testa di Rama. Ad ogni goccia d’acqua, milioni di energie si riversarono sulla Sua testa. Così Rama fu iniziato a questo Mantra Divino e ottenne tutto il suo potere grazie all’iniziazione della Gayatri. Così fu pronto ad intraprendere la sua missione.
Finché non si conosce il Mantra,lo si può cantare solo esteriormente. Il Mantra diventa interiore nel momento in cui si comincia ad abituarsi ad esso. Si diventa il Mantra quando si è pienamente una cosa sola con il Mantra.
Nel Gayatri Mantra c’è una combinazione di tutti i 300 milioni di Mantra e di tutti i 300 Bij-Mantras di tutte le Divinità: tutto ciò nel Gayatri Mantra. Così, cantandoLo, si canta il nome di 300 milioni di Divinità, che lo rendono molto potente. Ecco perché tutti i Guru in India, tutti i Santi, anche tutti gli Avatar e Rama Stesso hanno sempre cantato il Gayatri Mantra.

domenica 18 aprile 2010

A Jesolo YAGNA dedicato a GAYATRI DEVI



Uno dei mantra più rappresentativi della tradizione induista è il celebre Gayatri Mantra :




ॐ भूर्भुवस्व: |
तत् सवितूर्वरेण्यम् |
भर्गो देवस्य धीमहि |
धियो यो न: प्रचोदयात्





Om Bhūr Buvaḥ Svaḥ
Tat Savitur Vareṇyaṃ
Bhargo Devasya Dhīmahi
Dhiyo Yo Naḥ Pracodayāt


Chi è Gayatri Devi?
Quali sono i suoi attributi?
Iniziazione al Gayatri Mantra
Come Rama fu iniziato al Gayatri Mantra da Vishwamitra
Le singole parole e il significato del Gayatri Mantra
Gli effetti del Gayatri Mantra
Liberazione
Come cantare il Gayatri Mantra


Chi è Gayatri Devi?
Gayatri Devi è l’incarnazione dei Veda (Purusham). E’ la divinità che incarna la Trimurti (Trimurti Swarupini Devi): il creatore (Brahma), il protettore (Vishnu) e il distruttore (Shiva). Nella Bhagavad Gita Krishna dice: “Aham Gayatri tvam mantra”, che significa: “Tra tutti i Mantra, Io sono il Gayatri Mantra” dichiarando così quanto Ella sia grande e potente . La Gayatri è considerata l’Energia (la Shakti) di Dio, cioè l’Energia Suprema (Paramashakti), l’Energia Primordiale (Adishakti), la Shakti creatrice.
Un altro nome della Gayatri è Pace (Shanti). Ella è Colei che concede a tutti la pace. Cantare il Mantra calma la mente. Quando la mente è calma avrete la pace e allora capirete che il vostro cammino spirituale non è poi così difficile. Vedrete scomparire il giudizio dalla vostra mente. E vedrete che ciò che state cercando è proprio vicino a voi, molto, molto vicino. Tutto dipende da com’è la vostra mente ed il Gayatri Mantra la purifica. A coloro che sono alla sincera ricerca del Divino, il Divino si rivelerà. La Gayatri è sempre pronta ad aiutare.

Quali sono i suoi attributi?
Gayatri Devi ha in Sé tutti gli aspetti del creatore, del protettore e del distruttore, e possiede tutte le armi che rappresentano queste qualità divine. Ella è seduta su un loto rosso, per indicare che possiede tutti i poteri (Parashakti). La sua frusta rappresenta la distruzione di tutti i peccati. La scure distrugge l’ego, l’orgoglio e l’arroganza. Ha un cigno che rappresenta la purezza: la purezza ultima, senza alcuna negatività, perché Ella è la manifestazione stessa dell’Assoluto (Brahman). “Io vi porterò nel mio rifugio e sono sempre pronta a dare”. Qualunque cosa Le chiedete, ve lo darà.



Cinque facce

Gayatri Devi ha cinque facce, che rappresentano i cinque elementi. Tutto l’Universo è vincolato dai cinque elementi, ma essi non agiscono ovunque. La Madre Terra (Bhu Devi) è l’unico luogo dove agiscono tutti e cinque. Ecco perché fra tutti i pianeti la terra è il più bello. Purtroppo però le persone non lo stanno rendendo gradevole. Sulla Madre Terra i cinque elementi sono vivi. Per questo motivo il Divino si manifesta sempre sulla Madre Terra. Ciò non significa che non sia presente altrove. E’ onnipresente. Con la Gayatri voi ottenete anche gli occhi della conoscenza e della saggezza. Ella è ancor più pura di Brahma, Vishnu, Maheshwar e più pura di Lakshmi, Saraswati e Kali. È chiamata la Madre di tutto. Ecco perché anche Brahma, Vishnu, Maheshwar la lodano. Perché essi sono emanati da Lei. Ella è seduta sull’acqua, il che significa che è seduta oltre l’Infinito. Così la Gayatri è sopra l’Infinito. Ciò significa che ciò che noi percepiamo come infinito è finito e ha ancora un limite da qualche parte.

Dieci mani
Gayatri Devi ha dieci mani, che dimostrano come Ella sia sempre pronta a venire in vostro aiuto. La posizione delle Sue mani suggerisce: “Figli miei, non abbiate paura di nulla. Io sono una Madre. Sono sempre qui per proteggervi”. Lei vi darà tutto. Semplicemente cantando il Suo Mantra riceverete tutto ciò che volete nella vita. Anche se alla fine vi renderete conto che siete venuti con niente e con niente ve ne andrete. L’unica cosa che vi resterà da fare sarà di realizzare voi stessi.
In tutte e dieci le mani si notano diversi strumenti, come ad esempio la ciotola che Ella regge. E’ la ciotola di ambrosia divina (amrita), che significa che Ella darà questo nettare a coloro che si abbandonano sinceramente al cammino spirituale e che hanno un sincero desiderio del Divino. Ella regge la conchiglia, che è il suono cosmico dell’Om, il suono interiore, che ci risveglia all’interno, non all’esterno. Non è un suono prodotto da qualche strumento, ma è un suono interiore. Ella regge la ruota (Chakra), che è la ruota del tempo. Ella ne è al di sopra, ed è Maestra di nascita e morte. La mazza rappresenta il potere e la scure serve a tagliare l’orgoglio, l’ego. Il laccio rappresenta la vita. In un’altra mano Ella tiene il Veda di Brahma, che è la saggezza. La mezzaluna rappresenta Shiva e Shanka Chakra Vishnu. Così tutte le Divinità sono presenti in Lei. Ella è un aspetto dell’Energia Suprema (Parashakti), che è la Madre Primordiale del mondo (Adi Jagadamba). Soprattutto è una Madre che è vicina alle persone. L’amore della Madre è il più vicino di qualsiasi altro amore.

venerdì 16 aprile 2010

YAGNA con SRI SWAMI VISHWANANDA (ottava parte)

Il Devata

I suoni sono vibrazioni a cui viene dato di assurgere a forme definite. Il ripetuto cantilenare il nome del Signore costruisce gradualmente la forma, o la speciale manifestazione della divinità adorata (il Devata) e agisce come punto focale per concentrare la sua influenza, che poi penetra e diviene il centro della consapevolezza dell'adoratore.


Il Devata è la divinità che presiede al Mantra, il potere permeante, un aspetto molto personale di Dio. È la saggezza che scaturisce da una fonte più elevata ed è come un singolo raggio di sole, un raggio che viene isolato e a cui viene attribuito un nome in modo che il discepolo possa sviluppare un rapporto con un aspetto di Dio che è capace di capire e di adorare.


Il Devata può anche essere paragonato alla sfaccettatura di un diamante che rappresenti l'Intelligenza Cosmica: un diamante con molte facce rifletterà molti raggi della Luce nello stesso tempo, ma un raggio particolare attirerà in maniera speciale l'individuo che sta cominciando a percorrere il sentiero spirituale. La mente umana ha bisogno di stabilire un legame con un aspetto personale come Krishna, o Shiva, nella religione induista; Gesù, o Maria nell'ambito della cristianità. Gli adulti, che sono ancora spiritualmente immaturi, hanno bisogno di un loro personale concetto di Dio, finché non sono in grado di vedere l'energia divina nella sua forma pura.


Il potere, la consapevolezza all'interno del Mantra, è Shakti, la Madre Divina, la Dea della Parola Pronunciata. L'aspetto maschile di Dio è energia in uno stato di equilibrio, l'aspetto femminile è energia dinamica che si manifesta come creazione.
C'è soltanto un'energia in tutte le cose create, e nel mantra l'energia è presente nella sua forma pura. La potenza del mantra viene liberata attraverso la ripetizione fino a quando l'individuo raggiunge il suo Devata e l'esperienza spirituale può avere luogo.

Mediante il costante ricordo o pensiero rivolto al mantra, la persona viene proiettata lontano dall'impatto di maya, il mondo illusorio; attraverso la ripetizione di queste parole di potere si raggiunge la meta del mantra Yoga, che (come in tutti gli yoga) consiste nell'unione della coscienza individuale con la Coscienza Cosmica.

Mentre alcuni mantra invocano specifici Dei o principi, i più importanti tra i mantra, come l'Om, il Shanti, il Gayatri, ed altri focalizzano colui che li pronuncia sulla realtà ultima delle cose.

Lo yagna che avrà luogo a Jesolo sarà dedicato a Gayatri.

YAGNA con SRI SWAMI VISHWANANDA (settima parte)

Benefici nel cantare il mantra


Sul sentiero spirituale è necessario saper superare le barriere tra conscio ed inconscio attraverso un processo che i grandi mistici chiamano calmare o fermare la mente, cioè porre ogni processo mentale sotto il nostro completo controllo anche a livelli mentali più profondi.
Più la mente diventa calma e stabile, più riusciamo a realizzare nella vita quotidiana, il nostro vero diritto alla sicurezza, alla gioia e ad acquistare quell’instancabile energia nell’operare per il benessere del prossimo. Quando siamo preoccupati, inquieti o mossi da un bisogno urgente di soddisfazione personale a spese del nostro prossimo, il Mantra può trasformare queste emozioni in una fonte di forte potere e aiutarci a non agire e parlare impulsivamente: questo non significa reprimere le emozioni, bensì usarle, invece di farci usare da esse.
Un’enorme quantità di energia vitale viene dispersa nell’oscillazione della mente tra ciò che ci è gradito e ciò che non lo è, quando siamo prigionieri di preferenze e avversioni, di opinioni ferme e abitudini rigide non possiamo agire al nostro meglio né conoscere una vera sicurezza. Viviamo alla mercè di circostanze esterne: se le cose vanno come diciamo allora siamo contenti, in caso contrario siamo depressi. E' difficile modificarsi, essere elastici e accettare qualunque cambiamento, ma possiamo provarci.
Il mantra serve anche a tramutare i diversi sentimenti come le preoccupazioni, la paura, l’ansia, l’ira, l’impazienza o i desideri e a convertirli in qualcosa di più utile.

mercoledì 14 aprile 2010

YAGNA con SRI SWAMI VISHWANANDA (quinta parte)





I mantra nelle diverse religioni

Per quanto riguarda i grandi mantra, cioè quelli di importanza storica e di provato potere, bisogna distinguere tra quelli personali e quelli impersonali. I primi si riferiscono all’aspetto personale della divinità. Anche se il Divino è presente in qualsiasi aspetto del mondo fenomenico, si è manifestato pure sulla Terra sotto diverse forme che ogni religione ha identificato secondo una determinata figura. Per i cristiani si è manifestato come Gesù Cristo 2000 anni fa, per gli induisti 3000 anni fa nella figura di Sri Krishna e per i buddisti come il Buddha Compassionevole che ha rinunciato alle ricchezze per poter predicare l’armonia e l’unità tra tutte le genti.




E’ importante notare che qualsiasi figura, nelle varie religioni, non è mai venuta a predicare nuove verità o insegnamenti, ma a ricordarci che facciamo parte di un tutt’uno e il nostro scopo è quello di riunirci e di vivere in armonia con gli altri cercando di aiutare il prossimo. Questi mantra si riferiscono ai diversi nomi che Dio ha avuto nelle diverse religioni. Per quanto riguarda l’ambito cristiano il nome di Gesù è già di per sé molto potente; un altro mantra che presenta sia aspetti personali sia impersonali della divinità è OM-JESU-CHRISTE che deriva dalle comunità cattoliche indiane, in cui si ha l’invocazione al vocativo di Gesù Cristo e la particella OM che indica la caratteristica impersonale della divinità. Quando applichiamo il mantra “Gesù” invochiamo il Cristo perché ci faccia diventare più simili a Lui, pieni di saggezza, pietà e amore. Per quanto riguarda la religione cattolica un mantra molto potente e molto conosciuto è l’AVE MARIA che ci ricorda l’infinito amore della Madre Divina nei nostri confronti.



martedì 13 aprile 2010

YAGNA con SRI SWAMI VISHWANANDA (quarta parte)



  1. Mantra
  2. I mantra nelle diverse religioni
  3. Benefici del cantare il mantra
  4. Il Devata

Mantra

Sin dai tempi vedici, il suono è stato utilizzato attraverso il canto dei mantra per purificare e per stabilire l'armonia con la natura. Alcuni mantra sono usati per risvegliare l'individuo a certi stati di consapevolezza mentre altri sono utilizzati per bilanciare e purificare l'ambiente circostante prima di effettuare pujas o preghiere. I mantra utilizzati durante lo yagna servono a richiamare la divinità e chiedere il loro aiuto nello svolgimento del rituale; a pulire e purificare le 4 direzioni (nord, est, sud, ovest) e tutte le persone presenti allo Agni Hotra; a ridurre l'influsso astrologico dei 9 pianeti (astrologia vedica); ad aiutare le persone malate o che hanno lasciato il corpo di recente; a portare beneficio a tutte le persone malate e ai luoghi.


I Mantra sono considerati suoni archetipali. Quello che simbolizzano dipende dal contesto e dalla mente della persona che li ripete. Studi sul simbolismo dei suoni hanno dimostrato che i suoni delle vocali hanno un significato se siamo o no di loro consapevoli. Inoltre è possibile svelare un simbolismo situato su più livelli, associato ad ogni suono.

Il potere dei mantra è collegato alla Teoria Vibratoria che sta alla base della creazione dell’Universo, formulata da saggi indiani millenni fa e poi ripresa ultimamente dalla fisica moderna, teoria secondo cui l’intero mondo fenomenico consiste di vibrazioni. Tutte le cose che noi vediamo nel mondo fenomenico in realtà sono energia che vibra; la vibrazione più bassa è la materia percepibile con i sensi mentre man mano che saliamo di livello, di vibrazione e quindi di energia abbiamo ciò che non viene percepito dai sensi, quindi le emozioni, lo stato mentale, l’anima.

Anche se non li conosciamo, i mantra non sono semplicemente l'espressione fonetica di un cerimoniale privo di significato -- nessuna espressione vocale è completamente priva di significato, ma vibrazioni, che, ripetute opportunamente, hanno effetti generalmente positivi su mente, corpo e spirito

Il mantra è quindi una potente e breve formula sonora spirituale che ha la capacità di trasformare la coscienza. Un mantra è una combinazione di sillabe sacre che formano un nucleo di energia spirituale; il cui scopo è quello di fungere da magnete per attrarre le vibrazioni spirituali.

La ripetizione del mantra non solo fornisce un punto preciso su cui focalizzare l’attenzione, ma libera l’energia racchiusa in quel suono permettendo così l’interiorizzazione che consentirà di accedere ai livelli più alti; armonizza la mente e stimola la concentrazione, conduce al pensiero puro in cui la vibrazione sonora si fonde con la vibrazione del pensiero, al di là dei significati.



Le vibrazioni del suono, come hanno dimostrato recenti ricerche scientifiche, possono avere un effetto molto potente sull’involucro elettromagnetico del corpo (Pranamaya Kosha); Quando le vibrazioni sono armoniche e musicali produrranno un riordinamento positivo dei campi energetici; quando sono rumorose e scoordinate saranno invece fonte di stress e disequilibrio. Quando il corpo è fatto vibrare in sintonia con se stesso, come nel primo caso, produce un rilassamento del sistema nervoso e la mente è libera di concentrarsi sulla realtà interiore. Nel secondo caso, invece, il corpo e la mente sono bloccati da vibrazioni negative che impediscono l’unione con la realtà interiore.
Quando le vibrazioni sono prodotte sotto forma di mantra, raggiungeranno i centri di energia localizzati sull’asse principale dell’involucro elettromagnetico del corpo, favorendo la produzione di vibrazioni armoniche naturali. Con il tempo e la pratica, i canali e i principali centri del corpo sottile vengono purificati e si aprono all’influsso di energia spirituale trasmessa dai mantra

Quando pratichiamo il mantra stiamo richiamando il più grande potere che siamo in grado di concepire: possiamo chiamarlo Dio, il Divino, il Sé Interiore, l’Atma qualunque nome gli attribuiamo, con il mantra stiamo richiamando la parte migliore che c’è in noi. E’ una pratica che si riscontra sia nelle religioni occidentali, dove prende il nome di Nome Santo, sia nella religione induista che in quella buddista, dove prende appunto il nome di mantra.


Tutte le grandi religioni hanno prodotto potenti formule spirituali per poter richiamare questa Realtà Ultima che, nella tradizione cattolica e in molte altre (soprattutto in quelle ortodosse), prende il nome appunto di Nome Santo o Nome Divino. Queste formule fanno parte di una più vasta serie di preghiere anche se il mantra non è una vera e propria preghiera; con la preghiera, infatti, noi chiediamo qualcosa, mentre con il mantra cerchiamo di avvicinarci al Divino. Il mantra ha anche una funzione calmante a livello mentale ed è uno dei modi più semplici per manifestare la presenza del Divino. La ripetizione del mantra è una antica tecnica dinamica con la caratteristica di possedere un potere cumulabile, infatti più lo si ripete più esso affonda le proprie radici nella nostra coscienza tanto che continueremo a ripeterlo mentalmente senza nemmeno rendercene conto.




domenica 11 aprile 2010

YAGNA con SRI SWAMI VISHWANANDA (terza parte)




Benefici dell’ Agni Hotra

Molte ricerche sono state condotte sugli effetti della combustione degli elementi utilizzati durante lo yagna. Durante la combustione vengono rilasciati nell’aria specifici elementi che creano effetti benefici nell’atmosfera circostante.

Gli elementi che vengono bruciati durante lo yagna si suddividono in diverse categorie:




Legno
Sostanze odorifere naturali
Sostanze con componenti salutari
Sostanze dolci
Erbe Medicinali


Vantaggi per l’atmosfera circostante




Il fumo rilasciato nell’ atmosfera dalla combustione del ghee e dello zucchero ha la capacità di uccidere i batteri e le particelle del virus. Alcune ricerche hanno dimostrato che particelle batteriche della tubercolosi, del morbillo, del vaiolo vengono distrutte durante la combustione dello zucchero durante lo yagna. Alcuni dei componenti naturali utilizzati (diversi tipi di legno, canfora, chiodi di garofano ecc) contengono oli volatili che vengono rilasciati nell’atmosfera circostante durante la combustione purificandola da odori acri. Durante la combustione alcuni elementi si combinano e formano la formaldeide, un potente antisettico.


L’utilizzo della cenere ricavata dallo Yagna - La Vibhuti


L’utilizzo del ghee durante lo Yagns permette di raggiungere temperature di combustione molto elevate lasciando alla fine cenere pura. L’analisi delle ceneri prodotte durante lo yagna hanno evidenziato un contenuto molto alto di minerali con elevate concentrazioni di fosforo, potassio, calcio, magnesio, azoto, zinco. La cenere è stata utilizzata in agricoltura come fertilizzante per la produzione di frutta e di vegetali di alta qualità, per rivitalizzare i suoli impoveriti di minerali e per purificare l'acqua.
Una piccola quantità di vibhuti può essere messa in un bicchiere d'acqua e poi bevuta – ciò aiuterà a pulire il canale alimentare e poichè ha un alto contenuto di elementi oligoelementi aiuterà il corpo ad aumentare il suo contenuto minerale. La Vibhuti può anche essere applicata sul terzo occhio per aiutare la meditazione.

giovedì 8 aprile 2010

YAGNA con SRI SWAMI VISHWANANDA (seconda parte)




Scopo dello Yagna


Lo scopo principale dello Yagna in relazione all’Agnihotra, è quello di ricondurre le persone che partecipano alla cerimonia in armonia con il Divino, di ricondurre la persona dalla percezione di semplice essere umano alla consapevolezza della Coscienza Divina - alla conoscenza di se stessi come Atman (Sè Divino).

Per raggiungere e stabilirsi nell’Atma bisogna essere disposti a lasciar andare gli attaccamenti agli aspetti dell'ego quali la vanità, la superbia, l’invidia, l’ira, ecc. Lo Yagna è sempre dedicato a una Divinità che viene inovocata in modo che ella diventi il fuoco stesso. Dopodichè tutte le offerte verranno offerte al fuoco (alla Divinità). La cerimonia dello Yagna è l'esternalizzazione di ciò che avviene all'interno dell’ essere umano, dove gli aspetti grossolani dell’ ego (karma) vengono bruciati nel fuoco della devozione al Divino. Questo aiuta a sacrificare alla Volontà Divina quegli aspetti di noi stessi che non sono più necessari nella nostra vita. Alla fine l'unica cosa che rimane è l’abbandono completo della coscienza umana al Divino.




L’Agni Hotra è uno strumento molto potente di aiuto per l'umanità per il raggiungimento della Divinità dentro di sé tramite la purificazione di se stessi dal karma accumulato. Letteralmente Karma significa proprio "azione" o "atto". Karma è il termine dato alle leggi universali di causa ed effetto che influenzano la dimensione fisica e la dimensione non fisica. Fatti o azioni compiuti possono continuare ad influenzare le persone per vite intere, influenzandole fisicamente, mentalmente ed emozionalmente, sia che l’azione sia stata positiva sia che sia stata negativa. Alcuni atti aiutano a ridurre o eliminare l’influenza di questi azioni compiute nel passato. Lo Yagna aiuta a ridurre o a compensare gli effetti di determinati atti compiuti nella propria vita.

Le persone che hanno un forte legame, o una forte devozione (Bhakti) per la divinità che viene invocata possono percepire o addirittura vedere la presenza di questa divinità durante il rituale.




La forma che il Divino assume non è importante: è l'atto del sacrificio in sè che è importante. Così lo Yagna diventa un potente mezzo di trasformazione. Più si è saldi nella devozione per il Divino, più si è capaci di sacrificarsi a quella forma del Divino, e maggiore sarà la grazia elargita dalla Divinità nel sostenere la trasformazione dell'umano in Divino. Più il legame con la Divinità è forte e profondo, più è grande la capacità di offrire se stessi al Divino, e più le persone che partecipano allo Yagna sperimenteranno nella loro vita felicità, accettazione, pace e gioia.




Sul piano materiale l'elemento fuoco è un grande purificatore, perché consuma tutto ciò che in esso viene offerto, sino a quando l'unica cosa che rimarrà sarà la cenere. Degli elementi offerti (Ghee, frutta, cereali ecc) rimangono solo le sostanze più sottili – le ceneri (composte di elementi costitutivi e minerali). La rappresentazione simbolica di tutti gli elementi offerti al fuoco ridotti in cenere mostra che in ultima analisi tutte le forme di dualismo ritornano alla coscienza unica. Pertanto, tutte le dualità che offriamo al divino, felicità / tristezza, gioia / dolore, confusione / chiarezza sono offerte al Divino sino a quando solo la coscienza unica sarà riconosciuta.

Lo Yagna è una parte importante della sadhana (pratica spirituale) e non può essere sottovalutata in quanto si tratta di una forma molto potente di purificazione. La purificazione è un aspetto fondamentale della pratica spirituale. Per lo yogi che è sinceramente sul sentiero spirituale e per il quale è necessario andare profondamente nel proprio sè divino, è necessario lasciar andare credenze, pensieri ed emozioni che lo tengono legato alla coscienza umana. Lo Yagna è un potente strumento che permette allo yogi di offrire tutto al Divino, aiutandolo nella sua purificazione e trasmutazione.


mercoledì 7 aprile 2010

YAGNA con SRI SWAMI VISHWANANDA



L’arrivo di Sri Swami Vishwananda in Italia è ormai alle porte ed è giunto il momento di offrire maggiori informazioni a chi desidera partecipare alle cerimonie. Da oggi e nei prossimi giorni a venire, pubblicheremo sul blog degli articoli riguardanti il significato e gli scopi dei rituali dello Yagna e del Darshan.
Ecco la prima parte.

Agni Hotra (Yagna)
(prima parte)



1. Cos’è lo Yagna e cos’è l’Agni Hotra? (prima parte)
2. Scopo dello Yagna
3. Benefici dell’ Agni Hotra.

Cos’è lo Yagna e cos’è l’Agni Hotra?

Il termine “Yagna” ha molteplici significati. Principalmente yagna significa sacrificarsi disinteressatamente per nobili propositi. Ogniqualvolta una persona compie un atto con spirito di sacrificio, sta compiendo uno yagna. Potrebbe essere, ad esempio, una madre che sacrifica i propri bisogni per quelli del proprio bambino. In secondo luogo, yagna significa adorare, venerare il Divino /Dio. Può essere un atto sacrificale, propiziatorio che si compie per venerare il Divino e può essere un rituale esterno come un rituale interno, cioè compiuto dentro il proprio essere. In terzo luogo, yagna è il nome dato a una cerimonia del fuoco durante la quale si offrono doni in sacrificio al fuoco sacro, dove il fuoco diventa un aspetto di Dio. Molte cerimonie del fuoco (yagna) si svolgono in compagnia di più persone. Gli scopi dello yagna sono molteplici ma in sostanza sono intesi ad offrire beneficio alle persone partecipanti, all'ambiente circostante e al mondo intero.





Hotra significa offrire latte al fuoco sacro o consacrato (Fuoco=Agni). Agnihotra è una cerimonia che si svolge tradizionalmente due volte al giorno, all'alba e al tramonto, ed aiuta a purificare l'atmosfera e l'ambiente circostante. Agnihotra è anche una modalità di adorazione del Signore Vishnu (Naarayana). In questo caso il Signore Vishnu diventa il fuoco stesso, che viene quindi venerato. Naarayana è spesso raffigurato come il Signore Vishnu che risiede nel serpente divino (Kundalini Shakti) e che controlla, con la sua sola volontà, il cosmo infinito.

Agni Hotra è una versione moderna dell’ antica cerimonia dello Yagna. Agnihotra nasce dalla forma più estesa e antica della Yagna. Lo stesso Yagna può durare per settimane, mesi o addirittura anni. .