mercoledì 30 luglio 2014

La Bhagavad Gita: trasformare l'identità dell'ego nell'identità Divina


"La Bhagavad Gita non è solo da leggere come un romanzo, perché ha belle parole, è bello da leggere e ci entusiasma. No! Si tratta della vita stessa! Tutta la Gita serve per trasformare l'identità dell' ego nell'identità Divina .

Quindi, qui Krishna stava dando la Gita ad Arjuna, perché quando arrivarono sul campo di battaglia, lui  sperimentò il dubbio. Guardando i suoi cugini, gli zii, la sua famiglia, tutti contro di lui, chiese, "Fanno parte di me,  della mia famiglia, come posso combatterli?" Visse un grande dilemma dentro di sé.
Ora vedete, guardate la vostra vita. Nella vita, si arriva a un punto in cui sperimentate un  dilemma, non al di fuori di voi, ma all'interno. Quando siete sul vostro cammino spirituale  sorge un dubbio, "Sto veramente andando su questa strada? Sto facendo qualcosa di giusto? "Perché questo è ciò che la mente vuole farvi credere. Fino a quando non trascendete la mente, il Sé non si rivela e, talvolta, per trascendere la mente, ci sono grandi sfide. Kurukshetra non è là fuori, è qui [Swamiji indica il corpo]. Questo corpo è Kurukshetra! Questo è dove  accadrà Moksha! Questo è dove si incontra il Signore! Ecco perché avere un corpo umano è la cosa più importante di. E, se non si utilizza questo corpo fisico per raggiungere il Signore, allora si torna ancora e ancora e ancora; perché questo è l'obiettivo della nascita come esseri umani, raggiungere il Divino! Non solo per dire: "Sì, Dio, io ti amo." No, questo non basta! Perché quando ami Dio, devi esprimerlo. Allo stesso modo, quando si ama qualcuno, cosa fate? Lo esprimete, no? Esprimete sempre voi stessi. Ma, nei confronti del Divino, anche il Divino vuole che vi esprimiate. Tuttavia, per questo, si deve arrivare a conoscerlo, non fuori, ma dentro di voi, in questo tempio, dove Egli è seduto.
Nella Gita capitolo 10, il Signore Krishna stesso spiega che l'unica realtà è solo Lui, non c'è altra realtà. È solo Lui, che interpreta diversi ruoli in tutti. Non ci siete voi, c'è solo lui! Questo è ciò che Tukaram diceva sempre: "Chi sono io?" C'è solo il Signore. Tu chi sei? Per vite siete passati attraverso molte identità, migliaia, centinaia. Quale vorreste chiamare voi stessi, fra tutte quelle identità? Quella che avete ora?


Negli altri nove capitoli, Krishna spiega ad Arjuna perché doveva fare il suo dovere, come uno kshatriya,  un guerriero. Doveva fare il suo dovere, come tutti, dove Dio li ha messi, in qualunque compito, ovunque si trovino, sono stati messi lì per un motivo. E di conseguenza devono fare il loro dovere. Lo squilibrio si verifica  quando uno non fa il proprio dovere.
Qui, Arjuna stava in piedi e diceva: "Io non voglio combattere!" Ma uno kshatriya, un guerriero, deve combattere, non può scappare. Quindi, in tutti questi capitoli, Krishna ragionò con Arjuna e disse chiaramente, "Combatti!" E Arjuna disse: «Come posso combattere? Mi sono tutti cari! "E' lo stesso quando la mente sta guardando all'interno tutte le qualità di cui ci si vorrebbe sbarazzare. La mente dice: "Beh, tutto questo sono io! Non voglio sbarazzarmi di tutte queste qualità!" Perché la mente gode di ogni qualità. La mente gioisce anche delle qualità negative. Ma ci si può liberare di questo? Uno non sarà mai libero! Non potrà mai raggiungere il Signore con le qualità negative. Anche se queste sono parte di te, sì, non è possibile sbarazzarsene, perché sono parte di te. Ma si possono trascendere. Anche la mente può trascendere se stessa nell'intelletto e da lì trascendere ancora nella coscienza.



Così qui, Krishna sta dicendo ad Arjuna, "Devi combattere!" Cosa  rappresenta Arjuna? Nella Gita, molto spesso Krishna descrive Arjuna come il 'vincitore del sonno'. Che cosa significa  'vincitore del sonno'? Il 'vincitore del sonno' significa che egli è saggio, che ha il pieno controllo sui suoi sensi. Ha tutti i suoi sensi sotto controllo, perché Arjuna era un grande guerriero. Aveva combattuto tante battaglie prima di Kurukshetra. Ma ancora, per raggiungere Moksha, c'è una battaglia finale.
Dopo questo discorso, Krishna disse ad Arjuna, "Fissa tua mente su di Me! SiiMi devoto! OnoraMi! Prostati davanti a Me! Essendoti così arreso a me, essendoti così unito a me, di certo Mi raggiungerai! "Questo è molto profondo, l'intero Universo è la manifestazione di Dio. Tutto ciò che vedete è una manifestazione di Dio. Tutto ciò che si manifesta o non è manifestato è la Sua gloria, ma non è completamente  Lui. E 'parte di Lui. È la Sua manifestazione in tutto. Quindi, per raggiungere la pienezza, per ottenere la Sua Gloria Divina completamente, si è chiamati a fare qualcosa. Anche se l'intero Universo è la sua manifestazione, Egli è libero da tutto. La sua creazione è una parte di lui. Ed Egli sta chiamando la sua creazione ad unirsi di nuovo a Lui.
Sri Swami Vishwananda

lunedì 28 luglio 2014

Lo Sri Yantra al centro dell'Europa

"Sono fortunato! Mi sento benedetto per essere a Shree Peetha Nilaya, in Germania. Perchè? Perchè è il centro dell'Europa. Certo, c'è il punto di vista storico, perchè Dio mi ha mandato qui. E' anche per equilibrare l'energia nel centro dell'Europa.

Springen è Il luogo dove risiede la Madre Divina. Lei crea l'intero equilibrio. Nel corso Sri Yantra, ho spiegato che  Shree Peetha Nilaya è come uno Sri Yantra nel centro dell'Europa. 

Chiunque vada al suo interno, va in Ananda Loka, dove la stessa Madre Divina risiede. Così voi siete in braccio a Lei, seduti come un bimbo in braccio alla Madre. E lei si prende cura di voi. "
Sri Swami Vishwananda

mercoledì 23 luglio 2014

Un discorso importante

Venerdì 17 luglio, Gurudeva ha tenuto un discorso per i devoti italiani anche al Centro Yoga Vasudeva di Monopoli, vicino a Bari. Ecco le sue parole:
"Cosa Significa 'satsang'? Satsang è qualcosa che si fa per condividere, per stare insieme. E' un servizio che aiuta a eliminare la negatività della mente. Questo è il satsang.
In passato ci si trovava per commentare i versi delle Scritture sacre, si cercava di comprenderle perchè le scritture sono un codice e anche dopo migliaia di anni si possono trovare cose nuove in questo codice; cose che la scienza sta scoprendo solo ora, i saggi le avevano scoperte 5000 anni fa (...). Unirsi crea un'alta vibrazione, e quando ci si trova si crea questa unità, soprattutto quando si ha lo stesso desiderio, lo stesso amore. Si diventa più forti. Per questo è importante stare insieme, soprattutto per le persone che sono su un percorso spirituale. Non stiamo parlando di divisione, quando tutti vogliono andare per la loro strada. La spiritualità porta ad unirsi, a rispettarsi a vicenda. Ma se le persone non si rispettano, ci saranno sempre conflitti fra loro, perchè non è che non rispettano gli altri, in realtà non rispettano sè stessi. Questo è importante da capire. E questo è quello che succede quando ci si trova: quando vi trovate a cantare la gloria di Dio, vi dimenticate del vostro ego e del vostro orgoglio. perchè Dio è al di là di questo. L'amore è al di là di questo. Quando questo amore si risveglia, quello che sparisce è l'orgoglio.
Ma se cantate la gloria di Dio e dite a voi stessi: "Ma che bella voce che ho!", non ha senso. Nella Gita Krishna dice: "Con un semplice pensiero di aspettativa, si perdono tutte le cose buone". Quando sedete in satsang e cercate di assorbire tutto quello che potete, come una spugna, sentirete che il cuore si risveglia, e anche la mente comincerà a reagire...Perchè la mente va bene, è solo il modo in cui la usiamo che non va. E' come dare un coltello a qualcuno: ci si può tagliare la frutta o uccidere qualcuno. Con il satsang impariamo a controllare la mente, a cambiarla e a trascenderla, in modo che questo strumento che Dio ci ha dato possa essere usato per elevarci, in modo che il cuore si apra e questo accade quando anche la mente è aperta.
C'è chi dice: "Quella persona ha il cuore chiuso", l'avete mai sentito dire? Le persone vengono da me e dicono: "Swamiji, ho il cuore chiuso", ma il cuore non è mai chiuso. Con tutti gli altri chackras potete lavorare, aprirli, chiuderli, armonizzarli, ma il chakra del cuore ha la sua legge, non ascolta nessuno, è sempre aperto, è testardo. C'è sempre un flusso d'amore che esce dal chacra del cuore, è solo che la mente lo blocca. Quando questa mente viene purificata e si libera, vedrete quanto sarà facile amare. (...)
Vi auguro di incontrarvi spesso e cantare il nome di Dio perchè non c'è nessuna differenza fra il nome di Dio e Dio stesso. Ogni volta che lo cantate lui è presente. Questo è il potere del Nome.(...). Nelle Upanishad è detto che quando il devoto canta la gloria di Dio, il Signore sta ballando. Quando fa nama japam, il Signore è seduto di fronte. Quando sta facendo servizio, il Signore sta bevendo il nettare di quel servizio. Quando il devoto dorme pensando al Divino, il Signore gli sta massaggiando i piedi. La relazione che abbiamo con il Divino è unica. Per questo bisogna desiderarLo. Certo, la mente desidera Maya, ma un giorno Maya sparirà. Nulla di ciò che è creato resta per sempre, ma l'Atma resta per sempre, è eterna. E questo Atma è quello che siete realmente e che dovete realizzare. Non dormite. Realizzate l'unità fra voi e il Divino. Il percorso spirituale è il percorso della vostra anima, ciò che lei desidera. Ci sono 4 domande che chiedo alle persone di porsi : Chi sono? Da dove vengo? Qual è lo scopo della mia vita? Qual è il mio Dharma? Se avete la risposta anche a una sola di queste domande, è già abbastanza. Spesso chiedo alle persone: "Chi sei?" Perchè per identità intendiamo quella che ci è stata data dalla mente. Così, io sono Swami Vishwananda, lui è Swami Vijaya ecc. E teniamo molto a questa identità. Ma il profumo del fiore è all'interno...Quando siamo sul percorso spirituale il fiore si schiude e fuoriesce il nettare divino. Nella Bibbia si dice che se hai una lampada, non la metti sotto il tavolo,ma in alto, per farla vedere. Sappiate che tutti avete questa luce, non nascondetela! Capito?( Gurudeva dice quest'ultima parola in italiano)
Allora, praticate! Praticate l'amore, non con il giudizio, ma con il cuore aperto e la mente aperta. In modo che possiate amare come vi ama il Creatore. JGD.

martedì 22 luglio 2014

Guru Kripa Mandir, il nuovo tempio italiano

Giovedì 16 luglio, Gurudeva, con un preavviso di pochissimi giorni, è arrivato a Bari per inaugurare il nuovo tempio italiano. Un  tempio piccolo,  la cui grandezza risiede però nella cura e nell'impegno con cui è stato realizzato dai devoti baresi ( pensate che il soffitto, ad esempio, è stato tappezzato con i sari delle mataji intrecciati fra di loro, a creare un bellissimo effetto di colori).
 Sorrisi, trepidazione e una grande emozione hanno caratterizzato l'attesa dell'arrivo di Swami e quando Guruji ha tagliato il nastro dell'inaugurazione e si è seduto a cantare con i devoti, è stato come vedere realizzarsi un sogno accarezzato da tempo.
Ma la devozione  è stata grandemente ricompensata dal discorso di Gurudeva di cui si riportano alcuni passi:

"Questo è il primo tempio dedicato al Guru; qui non c'è un'altra divinità, c'è solo il Guru. Chiunque abbia avuto questa idea sia benedetto, siate tutti benedetti per questo. Perchè senza la grazia del Guru non si riceverà mai la grazia di Dio. La Grazia di Dio scende attraverso i santi, i sadhu, il Guru. Si manifesta dal Guru alle persone. Adi Shankara Acharya ha detto: "Sia lodata la Grazia del Guru, perchè solo attraverso la Grazia del guru sono arrivato dove sono." Lui infatti aveva adorato Mahavishnu, Shiva, la Madre Divina, ma c'era qualcosa che mancava. Shankara Acharya ha veramente lodato l'eterno Guru. Si dice che i luoghi di pellegrinaggio più importanti siano 108, ma di questi, 73 sono ai piedi del Guru, più della metà. Nella tradizione Vaishnava il Guru è molto importante. Senza di Lui, nessuna preghiera è completa. In India pregano il Guru prima di Ganesha. Quindi è molto bello che in questo tempio si veneri il Guru per primo, e da questo luogo la Grazia del Guru scorrerà per sempre."
La sera dopo, Gurudeva ha dato il nome al tempio, un nome bellissimo, che ci ha profondamente toccato il cuore. Non solo; di Suo pugno lo ha scritto sulla pergamena, aggiungendo il Suo amore e le Sue benedizioni. Eccola:
 Inutile descrivere la felicità di tutti noi. Ti amiamo tanto Guruji! E il nostro cuore è tuo...



lunedì 14 luglio 2014

Guru Kripa: la Grazia del Maestro

Perchè la Grazia del Maestro è importante?

Nella tradizione Hindu consideriamo la Grazia del Maestro più importante della Grazia di Dio. Ed è attraverso la Guru Kripa (la Grazia del Guru) che si ottiene la Grazia di Dio.
Ecco perchè la Grazia del Maestro è considerata la cosa più importante. Anche nel Cristianesimo, nei tempi antichi, era la stessa cosa. Una volta, ho incontrato un monaco cristiano. E parlava del suo mentore...era incredibile! E gli ho detto "E' la stessa cosa nell'induismo". Perchè l'amore che abbiamo per il Guru, il Maestro spirituale, - è la stessa cosa. E perchè pensate che la grazia del Guru sia molto importante? Spesso la gente dice " Oh, posso fare da solo. Non ho bisogno di un Guru. Non ho bisogno di avere qualcuno che mi guidi!". Ecco dove si sbaglia. Perchè nella spiritualità è come entrare in una  foresta intricata dove potete perdervi. Quando andate in un foresta, per esempio in Ammazonia, se andate da soli in questa foresta, che è così fitta, con tanti pericoli, di sicuro vi perderete. Quanti si sono persi? E' la stessa cosa. Avere un Maestro non significa diventare uno schiavo. Quanto amate il Maestro, altrettanto amore Dio darà a voi!
Perchè amare il Maestro o arrendersi al Maestro è la stessa cosa che arrendersi a Dio. Nel Maestro, lo Spirito di Dio è pienamente presente! E quando il Maestro benedice qualcuno, è Dio che lo benedice. Non c'è differenza fra il Guru e Dio!
Sri Swami Vishwananda

domenica 6 luglio 2014

Omaggio a Gurudeva


La Guru gita è un poemetto che esalta la funzione del Guru, volto dell'Assoluto, paradigma di devozione e conoscenza.
Fa parte dello Skanda Purana.
L'autore è ignoto, ma la tradizione ne attribuisce la compilazione al mitico Vyasa.
In essa vengono descritte alcune caratteristiche del guru e s'insiste sul fatto che non c'è differenza alcuna fra il maestro e Dio. E' in virtù dell'umile servizio reso ai piedi del maestro, nutrito da fede/fiducia incrollabile, che si può attingere la purificazione e quindi la liberazione. Senza il suo aiuto compassionevole, la salvezza è dichiarata essere impossibile.
Egli è il mediatore per antonomasia, colui che solo lega l'uomo a Dio, il jiva al Brahman. Se il Guru non trasmette la sua grazia al discepolo, invano quest'ultimo s'affatica.
Il Guru soltanto detiene le chiavi che possono introdurre al tesoro della liberazione. Si dice che la recitazione della Guru Gita porti ad ottenere tutti i vantaggi, non solo materiali, ma, soprattutto, spirituali.

 
Ecco qualche verso del poemetto:

Non c’è verità più alta del Guru, non c’è austerità più purificante che il servizio a Lui, non esiste realizzazione più grande della Sua conoscenza. Omaggi al Guru.
Omaggi al Guru, il mio Signore è il Signore dell’universo, il mio guru è l’insegnante dei tre mondi. Il mio Sé è il Sé di tutti gli esseri.
La radice della meditazione è la forma del Guru. La radice dell’adorazione sono i Piedi del Guru. La radice del Mantra è la parola del Guru. La radice della liberazione è la Grazia del Guru.
Il Guru ha un principio ed è senza principio. Egli è la Divinità suprema. Non vi è nulla di più alto di Lui. Omaggi al Guru.

Guru Gita 74-77

venerdì 4 luglio 2014

Non è un gioco da ragazzi...



Domanda:   Com'è la relazione fra il Guru e il discepolo?

Risposta:     La relazione fra Guru e discepolo è così intima, così dolce e così piena di responsabilità che nessuno, se non un discepolo che si è completamente abbandonato a lui può comprenderla. Se il discepolo all'improvviso si ricorda di Sri Gurudeva o dei suoi insegnamenti mentre è impegnato nei doveri materiali o sta discutendo qualcosa, immediatamente abbasserà la testa con l'intenzione di inchinarsi ai Suoi piedi. E similmente, non appena mangalakanksi (colui che desidera il bene del discepolo) Sri Gurudeva si ricorda del suo discepolo, alzerà la mano per benedirlo. La relazione fra Guru e discepolo non è un gioco da ragazzi; una relazione così dolce e, d'altro canto, così piena di responsabilità, non si può trovare da nessuna parte.

Srimat Sukadeva Goswami, Sri Suka Kata, p. 3